FAVOLA DEL NOSTRO FANTABENNY
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FAVOLA DEL NOSTRO FANTABENNY
Ecco una bella favola....chi ha più giocatori contenuti in questa storia vincerà il fantacalcio:
"OSVALDO era un RAGATZU DI NAPOLI, ma era CRISCITO a FOGGIA, nel GARGANO.
Si sentiva un pò ITALIANO e un pò TEDESCO, visto che suo babbo LUCIANO era di ROMA e sua madre AMELIA era nata a MONACO.
Era PICCOLO, MORO di carnagione, aveva i CAPELLI RADU e BIONDINI; ma soprattutto teneva una FAVA SOTTIL MALONGA, molto simile a quella DEL NERO.
Un SABATO di MAGGIO, decise di partire alla volta di SIVIGLIA in pellegrinaggio e così, DA COSTA a COSTA arrivò a destinazione.
Qui incontrò un BARONE BRESCIANO di nome ADRIANO che vendeva del PESCE: PALOMBO, COZZA ma soprattutto GAMBERINI. Era un tipo TOSTO e MAICON i FORESTIERI proferiva PAROLA: non amava dare CONSIGLI.
Allora OSVALDO continuò per la sua STRADA, imbattendosi in Don ARTUR, un vecchio ABATE che viveva nel CASTILLO sulla COLLINA. Stava portando una SANTACROCE e uno STENDARDO in CHIESA, ma egli non si curò DEL PRETE.
Ecco allora che vide arrivare una ragazza MORAS, col MASCARA sugli occhi, la COPPOLA color ROSINA in testa e coi DIAMANTI e CORALLI sul collo.
Era MIRANTE la FICAGNA con fare ARDITO e lei RIISE ed esclamò, a TONI BASSI:” BASTA! Mi DICA cosa vuole! So che sta guardando il mio BELMONTE, ma per prima cosa mi chiamo DIANA. In realtà sono di CORDOBA e amante dei bei MORETTI. Cosa mi può dare lei?
OSVALDO, che era sì un PELLEGRINO MODESTO e SIMPLICIO, ma conosceva bene la sua POTENZA sessuale, andò DALLA BONA e le disse, con imPAZIENZA: “MELO SUCCI? Guarda com’è GROSSO!
Tesserai le LODI DEL GROSSO TISSONE mio!”
Lei rispose: “Che VIRGA!! Sei un FIGO, BENTIVOGLIO!!! Io pensavo che i BIANCHI ce li avessero FINI, invece vedo che sono anche BELLINI!” e si chinò, prendendolo tra le DIDA e poi facendo dei BOCCHETTI.
Lui ormai era AMOROSO con lei, sembravano PLASMATI l’uno per l’altra.
Vedeva VOLPI ROSSINI che bevevano l’ACQUAFRESCA muovendo la CODA, CAGNI che mostravano i CANINI e i RAGGI SOLARI che risaltavano il paesaggio SILVESTRE DEL VECCHIO BOSCOLO.
Si sa, alcuni giorni sono BIZZARRI, altri SERENI: a volte arriva LAMANNA dal cielo, altri un LLAMA ti sputa in faccia. Alcuni sono BELLUCCI, ti pare di essere un SANTON, altri PAZZINI e ti faresti dei RIGONI di FARINA
Era in estasi, e pensò che i sogni MESSI nei CASSETTI a volte si avverano.
Magari sono DONI DI NATALE, dati dal BABBEL NATALI che DONADONI per la FESTA.
Dopo essersi MUNTARI, STANKOVIC DE LA PENA affrontata, si addormentarono.
I due rimasero insieme per molto tempo e si trasferirono poi a PALERMO. Avevano ereditato CASTELLINI e CASTELLAZZI immersi nel panorama CAMPAGNOLO da due zii CONTI, FELIPE e PASQUALE.
Qui coltivarono FIORI, DELLAFIORE e FLORO FLORES.
Ancora oggi VIVES nel paesaggio CAMPAGNARO felici e contenti.
"OSVALDO era un RAGATZU DI NAPOLI, ma era CRISCITO a FOGGIA, nel GARGANO.
Si sentiva un pò ITALIANO e un pò TEDESCO, visto che suo babbo LUCIANO era di ROMA e sua madre AMELIA era nata a MONACO.
Era PICCOLO, MORO di carnagione, aveva i CAPELLI RADU e BIONDINI; ma soprattutto teneva una FAVA SOTTIL MALONGA, molto simile a quella DEL NERO.
Un SABATO di MAGGIO, decise di partire alla volta di SIVIGLIA in pellegrinaggio e così, DA COSTA a COSTA arrivò a destinazione.
Qui incontrò un BARONE BRESCIANO di nome ADRIANO che vendeva del PESCE: PALOMBO, COZZA ma soprattutto GAMBERINI. Era un tipo TOSTO e MAICON i FORESTIERI proferiva PAROLA: non amava dare CONSIGLI.
Allora OSVALDO continuò per la sua STRADA, imbattendosi in Don ARTUR, un vecchio ABATE che viveva nel CASTILLO sulla COLLINA. Stava portando una SANTACROCE e uno STENDARDO in CHIESA, ma egli non si curò DEL PRETE.
Ecco allora che vide arrivare una ragazza MORAS, col MASCARA sugli occhi, la COPPOLA color ROSINA in testa e coi DIAMANTI e CORALLI sul collo.
Era MIRANTE la FICAGNA con fare ARDITO e lei RIISE ed esclamò, a TONI BASSI:” BASTA! Mi DICA cosa vuole! So che sta guardando il mio BELMONTE, ma per prima cosa mi chiamo DIANA. In realtà sono di CORDOBA e amante dei bei MORETTI. Cosa mi può dare lei?
OSVALDO, che era sì un PELLEGRINO MODESTO e SIMPLICIO, ma conosceva bene la sua POTENZA sessuale, andò DALLA BONA e le disse, con imPAZIENZA: “MELO SUCCI? Guarda com’è GROSSO!
Tesserai le LODI DEL GROSSO TISSONE mio!”
Lei rispose: “Che VIRGA!! Sei un FIGO, BENTIVOGLIO!!! Io pensavo che i BIANCHI ce li avessero FINI, invece vedo che sono anche BELLINI!” e si chinò, prendendolo tra le DIDA e poi facendo dei BOCCHETTI.
Lui ormai era AMOROSO con lei, sembravano PLASMATI l’uno per l’altra.
Vedeva VOLPI ROSSINI che bevevano l’ACQUAFRESCA muovendo la CODA, CAGNI che mostravano i CANINI e i RAGGI SOLARI che risaltavano il paesaggio SILVESTRE DEL VECCHIO BOSCOLO.
Si sa, alcuni giorni sono BIZZARRI, altri SERENI: a volte arriva LAMANNA dal cielo, altri un LLAMA ti sputa in faccia. Alcuni sono BELLUCCI, ti pare di essere un SANTON, altri PAZZINI e ti faresti dei RIGONI di FARINA
Era in estasi, e pensò che i sogni MESSI nei CASSETTI a volte si avverano.
Magari sono DONI DI NATALE, dati dal BABBEL NATALI che DONADONI per la FESTA.
Dopo essersi MUNTARI, STANKOVIC DE LA PENA affrontata, si addormentarono.
I due rimasero insieme per molto tempo e si trasferirono poi a PALERMO. Avevano ereditato CASTELLINI e CASTELLAZZI immersi nel panorama CAMPAGNOLO da due zii CONTI, FELIPE e PASQUALE.
Qui coltivarono FIORI, DELLAFIORE e FLORO FLORES.
Ancora oggi VIVES nel paesaggio CAMPAGNARO felici e contenti.
Delvecchio40- Messaggi : 39
Data di iscrizione : 03.10.08
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